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Facebook, la whistleblower Haugen al Senato: «Danneggia i minori e indebolisce la democrazia»

Facebook, la whistleblower Haugen al Senato: «Danneggia i minori e indebolisce la democrazia»

È iniziata la testimonianza dell’ex product manager dell’azienda che è venuta allo scoperto rivelando domenica la sua identità. «So che possono distruggermi ma ho deciso di parlare perché nessuno sa cosa sta succedendo»

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«Sono qui perché credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia mettendo i nostri bambini in pericolo, aizzando la violenza etnica nel mondo». Non usa mezze parole l’ex product manager Frances Haugen che, dopo un’intervista a 60 minutes, oggi depone davanti al Senato Usa in un’udienza pubblica, che potrebbe portare ad un’inchiesta da parte della Securities and Exchange Commission (Sec), l’equivalente della Consob italiana, mentre Fb è già sotto tiro in una storica indagine della Federal Trade Commission per abuso di posizione dominante.

Tra le accuse che Haugen ha mosso all’azienda di Mark Zuckerberg, quella più pesante riguarda il rapporto di fiducia con il pubblico. «Facebook ha scelto di crescere a tutti i costi, alimenta le divisioni e danneggia i bambini … fa profitto ai danni della nostra sicurezza … ma io credo nelle potenzialità di Facebook», ha dichiarato Haugen che ha chiesto un intervento del Congresso.

Nelle sue dichiarazioni, che fin qui ricalcano sostanzialmente quanto già dichiarato alla stampa, l’ingegnere informatico ha anche espresso un timore personale.«Credo che quello che ho fatto sia giusto e necessario per il bene comune, ma so che Facebook ha infinite risorse che può usare per distruggermi» Haguen ha anche spiegato di essersi fatta avanti «perché ho riconosciuto una verità terrorizzante: nessuno fuori di Facebook sa quello che succede al suo interno». Soluzione, secondo la ex product manager, è solo la trasparenza., fin qui mancata. « Su questa base, possiamo costruire regole e standard sensibili per affrontare i danni ai consumatori, i contenuti illegali, la protezione dei dati, le pratiche anti competitive, i sistemi algoritmici ed altro».

Altro punto delicato, quello che riguarda i minori. Haugen ha raccontato alla commissione del Senato come gli studi interni condotti da Facebook abbiano rilevato legami tra gli algoritmi e l’aumento di casi di anoressia. Haugen, ingegnere informatico che ha lavorato alla piattaforma fino al 2019, prima di andarsene, ha rivelato che da una ricerca è risultato che il 6 per cento dei bambini ha ammesso di essere «addicted», cioè dipendente da Instagram. E questo, ha aggiunto Haugen, è «materialmente nocivo» alla salute, al lavoro scolastico, anche alla salute fisica. Ma lei ritiene che la percentuale possa essere probabilmente più alta. «Mark Zuckerberg – ha aggiunto la testimone, citando il fondatore del social – non deve rendere conto a nessuno, tranne che a se stesso». Haugen ha detto poi di non credere che Facebook sospenderà Instagram Kids, la sua piattaforma per gli utenti adolescenti. «Sarei sinceramente sorpresa se non continuassero a lavorare su Instagram Kids, e sarei stupita se tra un anno non avremo di nuovo questa conversazione», ha aggiunto.

Ma il punto più delicato e che riguarda anche il reclamo alla Sec riguarda i ricavi e la pubblicità. Secondo Haugen Facebook «ha ingannato» anche gli investitori, distorcendo i dati consegnati a loro e agli inserzionisti, per esempio sui contenuti prodotti e sulla crescita del numero di utenti, soprattutto in gruppi di “alto valore”, come quello degli adolescenti statunitensi. Il risultato e’ che «Facebook ha fatto pagare di piu’ gli inserzionisti, e su vasta scala».

La fuga di notizie e la rivelazione pubblica della fonte rappresenta forse la crisi più grave nella storia della società di Mark Zuckerberg, dopo la maxi multa di 5 miliardi di dollari per aver violato le norme sulla privacy ai danni di milioni di utenti nella raccolta dati di Cambridge Analytica per alcune campagne elettorali, tra cui quella (vincente) di Donald Trump nel 2016. E rischia di deteriorare ulteriormente i rapporti della piattaforma non solo col pubblico ma anche con il Congresso, che da anni discute su come limitare lo strapotere e la crescente influenza di Big Tech.

Le accuse della 37enne Haugen pesano come macigni, anche perché arrivano da una veterana del settore, che ha lavorato per Pinterest, Yelp e Google prima di dimettersi lo scorso maggio da Facebook, dove era arrivata due anni prima proprio per limitare la disinformazione elettorale. La manager contesta alla società di anteporre il profitto e lo sviluppo alla sicurezza, ingannando il pubblico e gli investitori, tanto che ha presentato ben otto denunce alla Sec. «C’erano conflitti di interesse tra ciò che è buono per il pubblico e ciò che è buono per Facebook. E Facebook, ancora una volta, ha scelto di ottimizzare i suoi interessi, come il fare più soldi», ha denunciato. Haugen ha anche svelato che il social ha rimosso le protezioni contro la disinformazione subito dopo le ultime elezioni Usa. «Non appena sono finite, hanno fatto marcia indietro per dare priorità alla crescita sulla sicurezza e questo mi sembra davvero un tradimento della democrazia», ha spiegato.

Un’accusa che ha fatto capolino nell’inchiesta del Congresso sull’assalto a Capitol Hill, dove si indaga anche sul ruolo di Fb e ci si lamenta della sua scarsa collaborazione. La compagnia di Zuckerberg — che oggi per diverse ore è andata in panne assieme a WhatsApp e Instagram — ha cercato di parare i colpi: «Ogni giorno i nostri team devono bilanciare la protezione della capacità di miliardi di persone di esprimere apertamente se stessi con la necessità di mantenere la nostra piattaforma un posto sicuro e positivo… Suggerire che incoraggiamo i cattivi contenuti e non facciamo nulla è semplicemente non vero», ha replicato un portavoce.

Facebook, la whistleblower Haugen al Senato: «Danneggia i minori e indebolisce la democrazia»ultima modifica: 2021-10-07T08:00:52+02:00da shopper2000
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